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Albert Einstein era DISLESSICO ?

Pauline Einstein la mamma di Einstein scriveva così ad una amica: “… sono preoccupata per Albert, fa fatica ad imparare e non sappiamo cosa potrà fare

A 65 anni dalla morte di Albert Einstein, ancora vi sono delle discussioni circa la sua presunta dislessia. Ripercorriamo dunque le vicissitudini in ambito scolastico e lavorativo di un personaggio riconosciuto universalmente come un genio. Albert Einstein, nato a Ulma il 14 Marzo 1879 e morto a Princeton il 18 Aprile 1955, condusse una vita ricca di scienza e cultura. Come già anticipato, tuttavia, vi sono posizioni contrastanti, alcune delle quali riportano come il genio fosse in realtà dislessico.

Il biografo Pais dichiarò infatti la paura della famiglia di Albert, in quanto iniziò a parlare tardivamente, componendo le prime frasi tra i due e i tre anni. In una lettera indirizzata ad una parente, la sorella maggiore di Albert scrisse che “lo sviluppo, durante l’infanzia, procedeva lentamente”. Il figlio del genio, Hans Albert, scrisse che il padre gli riferì che i suoi insegnanti lo ritenevano “tardivo, asociale e sempre immerso nelle sue assurde fantasie”. Anche rispetto al rendimento scolastico, ci sono informazioni contradditorie: secondo alcuni era il primo della classe, come riportato in uno scritto della madre, ma Albert stesso disse che non andava né bene né male a scuola. Riferì inoltre che la sua più grande difficoltà era memorizzare di testi e parole; dai suoi documenti si possono poi osservare errori ortografici, quali trasposizioni e omissioni di lettere e numeri, frasi scritte senza ordine. Questi aspetti ricordano molto i sintomi tipici della dislessia.

dislessia

Ma Einstein non soffriva solo per queste sue difficoltà, ma anche per la rigidità degli insegnamenti del Ginnasio che doveva frequentare: la scuola per lui era noiosa! Quando tentò di entrare al Politecnico di Zurigo, fallì e venne bocciato per le scarse prestazioni nelle materie letterarie, ma anche perché era ancora giovane e non aveva concluso gli studi superiori. Il direttore del Politecnico, tuttavia, notò le sue capacità e gli consigliò di ottenere il diploma e riprovare il test di ammissione l’anno successivo. Così iniziò la sua carriera di studente universitario. Le difficoltà non finirono dopo il conseguimento della Laurea però: Einstein ebbe difficoltà a trovare un lavoro, ma si crede che ciò non dipendesse dalle sue difficoltà, bensì dal suo carattere indipendente e ribelle. Una curiosità: si dice che il fisico non imparò mai le tabelline e per questo le aveva sempre scritte nella lavagna del suo studio.

Dislessico o no, Einstein incontrò difficoltà nello sviluppo e a scuola, ma ciononostante è diventato un genio della fisica che ancora oggi, dopo 65 anni dalla sua morte, ricordiamo ed ammiriamo per i suoi studi e le sue scoperte. Non dimentichiamo che ottenne il Premio Nobel per la Fisica nel 1921. Una storia incredibile, di un genio che ha dovuto lottare ed impegnarsi per raggiungere dei riconoscimenti a livello mondiale. Egli stesso scrisse: “Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”. Da qui l’importanza di coltivare le proprie abilità e passioni e non fermarci mai di fronte ad un ostacolo.

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