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EDUCARE ALLE EMOZIONI E’ POSSIBILE? COME?

Si possono “educare” le emozioni?

Quanto influisce l’autostima sull’apprendimento e sullo sviluppo?

Bambini e ragazzi con DSA e ADHD possono sviluppare difficoltà emotive?

Partiamo dall’ultima domanda: sì, molti bambini e ragazzi possono sviluppare difficoltà in ambito socio-emotivo, anche in assenza di una pregressa diagnosi di DSA e ADHD. Chiaramente questi ostacoli possono influenzare il livello di autostima, che si può ripercuotere in esperienze di apprendimento, ma anche sociali, meno soddisfacenti.

L’educazione razionale emotiva è nata con lo scopo di prevenire il disagio emotivo e, dunque, “educare” alle emozioni. Si tratta di un percorso didattico che prevede la creazione di sperienze emotive di apprendimento attraverso cui l’alunno possa acquisire una maggior consapevolezza dei propri stati emotivi e pensieri, per poi poter applicare queste conoscenze e competenze nella vita di tutti i giorni.

Gli obiettivi dell’educazione razionale emotiva, attuabile anche nella modalità di lezioni strutturate, sono:

1) Favorire l’accettazione di se stessi e degli altri;

2) Aumentare la tolleranza alla frustrazione;

3) Saper esprimere in modo costruttivo i propri stati d’animo;

4) Saper riconoscere i propri modi di pensare;

5) Imparare il rapporto tra pensieri ed emozioni;

6) Incrementare stati emotivi positivi;

7) Favorire l’autoregolazione del proprio comportamento.

Il percorso didattico ha come base teorica la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (il cui acronimo dall’inglese è REBT), una prassi psicoterapeutica ideata dallo psicologo Albert Ellis. Questa teoria prevede la possibilità di raggiungere il benessere emotivo utilizzando le proprie capacità di pensare in modo razionale e costruttivo, poiché le reazioni emotive agli eventi non sono tanto dipendenti dall’evento in sé, bensì dai pensieri personali.

Facciamo un esempio: trovate vostro figlio che disegna sui muri della sua camera. Come vi sentireste? Come reagireste?

Alcuni di voi possono pensare che si sentirebbero furiosi, altri arrabbiati, altri ancora infastiditi. Queste diverse emozioni dipendono dal dialogo interiore di un genitore, ovvero dai pensieri che possono essere irrazionali e scatenare l’ira, o razionali e portare a reazioni più controllare. Perciò la reazione di un genitore di fronte al figlio che sta scrivendo sul muro non dipende dall’azione in sé, ma dai pensieri che vengono esperiti in quel momento. Una reazione non controllata, sebbene comprensibile, non è la più costruttiva, mentre pensare che vostro figlio ha combinato sì un bel guaio e ciò vi infastidisce, ma è pur sempre un bambino e quella può essere un’occasione per spiegargli che “se si sporca si pulisce”, costituisce un pensiero razionale ed educativo nei confronti di vostro figlio.

Sebbene il pensiero emotivo razionale non sia semplice da raggiungere, è d’aiuto applicarsi con un allenamento regolare, al fine di non finire in balia delle proprie emozioni. Ciò si può apprendere da adulti, ma soprattutto da bambini.

Educare alle emozioni è dunque possibile!!

 

 

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