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introduzione alla Validation Therapy: un video di Cinzia Siviero

Abbiamo avuto ospite Cinzia Siviero, responsabile dell’organizzazione Agape che ha l’obiettivo di diffondere e formare il metodo Validation.  Il metodoValidation nacque su ispirazione di Naomi Feil. Feil è un’assistente sociale che è cresciuta immersa nella cura degli anziani: sua madre era un’assistente sociale e suo padre era l’amministratore di una casa di riposo. L’idea alla base della terapia VALIDATION è che le persone che si trovano nelle ultime fasi della vita possono avere problemi irrisolti che guidano i loro comportamenti ed emozioni. Il modo in cui i caregiver o i membri della famiglia rispondono a questi comportamenti ed emozioni può peggiorarli o aiutarli a risolverli. La terapia di validazione è convalidare i sentimenti di una persona ed aiutarla a superare le emozioni che si celano dietro i comportamenti problematici. Questi comportamenti problematici sono visti essenzialmente come un modo per comunicare quelle emozioni, specialmente nelle persone con perdita di memoria, confusione, disorientamento e altri sintomi di demenza.

Attualmente uno degli approcci più usati e veloci ai “disturbi comportamentali” delle persone afflitte da demenza è la cura con gli psicofarmaci. Questa cura è conosciuta dai medici, veloce e non richiede per i parenti grandi impegni. Ma è una cura efficace e rispettosa? La rivista Psicogeriatria ne affronta i temi in un numero monografico  e noi citiamo solo le  “Raccomandazioni al trattamento farmacologico dei sintomi psicologici e comportamentali in corso di demenza (BPSD)” e  mettiamo in risalto le prime due raccomandazioni nell’uso degli psicofarmaci:

  1. Nella valutazione dei BPSD è necessario individuare: il “cluster” di sintomi prevalente, la frequenza e la gravità dei sintomi, i possibili fattori scatenanti.
  2. Il primo intervento terapeutico per i BPSD, indipendentemente dalla gravità, è il trattamento comportamentale e psico-sociale, in particolare con il tentativo di individuare e rimuovere eventuali fattori fisici, relazionali o ambientali scatenanti.

Inutile dire che i Centri Decadimento Cognitivo non sono attrezzati, in larga parte, almeno (e non solo) dal punto di vista delle risorse a fornire due tre consulenze psico-comportamentali prima di usare farmaci. Una preparazione specifica degli operatori al Metodo Validation ed ad altri metodi di cura “centrati sulla persona” sarebbe utile. Non sono stati condotti studi di efficacia del tipo di quelli condotti per i farmaci (ma ciò può esser dovuto a molti fattori, alcuni legati alla mancanza di guadagni economici come avviene per i farmaci) ma il concetto di validare e confermare i sentimenti della persona che convive con la demenza ha  un  ruolo nella “cura della demenza centrata sulla persona” (Kitwood, 1997). La terapia di validazione è una pratica a basso costo, in quanto può essere integrata nell’assistenza dai fornitori di cure abituali dopo un modesto investimento nella formazione sulla comunicazione. Gli effetti negativi sembrano minimi, sebbene ci possa essere il rischio che i sentimenti di angoscia di un individuo possano essere esacerbati attraverso la terapia di convalida se gli operatori sanitari non sono sufficientemente preparati per  alleviare quei sentimenti. Queste sono le conclusioni di un articolo recente: “Evidence-Based Nonpharmacological Practices to Address Behavioral and Psychological Symptoms of Dementia” pubblicato dalla importante rivista The gerontologist. 

Per vedere il video dovete cliccare qui.

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Photo by Sharon McCutcheon  and by Anthony Tran on Unsplash

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