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le conseguenze sulla salute mentale del Covid-19

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Un articolo recente dibatte sulle conseguenze psicologiche relative all’isolamento sociale dovuto alle proibizioni di uscire di casa. L’articolo è intitolato “Le conseguenze sulla salute mentale di COVID-19 e la distanza fisica.  Necessità di prevenzione e di intervento precocelo puoi leggere“.  Lo puoi leggere  (in inglese) qui

Ne riportiamo un breve riassunto: ” .. la scarsa letteratura sulle conseguenze delle epidemie sulla salute mentale si riferisce più alle conseguenze della malattia stessa (ad esempio, le madri di bambini con sindrome di Zika congenita) che all’allontanamento sociale. Tuttavia, i disastri su larga scala, siano essi traumatici (ad esempio, gli attacchi del World Trade Center o le sparatorie di massa), naturali (ad esempio, gli uragani) o ambientali (ad esempio, la fuoriuscita di petrolio dalla Deepwater Horizon), sono quasi sempre accompagnati da un aumento della depressione, dal disturbo post-traumatico da stress (PTSD), dal disturbo da uso di sostanze, da una vasta gamma di altri disturbi mentali e comportamentali, dalla violenza domestica e dall’abuso di minori.  Ad esempio, il 5% della popolazione colpita dall’uragano Ike nel 2008 ha soddisfatto i criteri per il disturbo depressivo maggiore nel mese successivo all’uragano; un  adulto su dieci a New York City ha mostrato segni del disturbo nel mese successivo agli attacchi dell’11 settembre. E quasi il 25% dei newyorkesi ha riferito di un aumento del consumo di alcolici dopo gli attacchi. Le comunità colpite dalla fuoriuscita di petrolio dalla Deepwater Horizon hanno mostrato segni di depressione e ansia clinicamente significativi. L’epidemia di SARS è stata anche associata ad un aumento del PTSD, dello stress e del disagio psicologico nei pazienti e nei medici. Per tali eventi, l’impatto sulla salute mentale può verificarsi nelle immediate conseguenze e poi persistere per lunghi periodi di tempo..”

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Ci sono rimedi? In primo luogo, è necessario pianificare l’inevitabilità della solitudine e delle sue conseguenze in quanto le popolazioni si isolano fisicamente e socialmente e sviluppare modi per intervenire. L’uso delle tecnologie digitali può colmare la distanza sociale, anche quando sono in atto misure di allontanamento fisico….  Molti osservatori osservano che la diffusione che coinvolge la voce e/o il video è superiore alla posta elettronica e all’invio di messaggi di testo. Dovrebbero essere compiuti ulteriori sforzi per garantire i collegamenti con le persone che sono tipicamente emarginate e isolate, compresi gli anziani, gli immigrati senza documenti, i senzatetto e le persone con malattie mentali. I social media possono anche essere usati per incoraggiare i gruppi a collegare e indirizzare i singoli individui verso risorse affidabili per il sostegno della salute mentale. … Anche con tutte queste misure, ci saranno comunque segmenti della popolazione che si sentiranno soli e isolati. …”  Pensiamo quindi alla situazione italiana dove marginalità, disoccupazione, assenza in molte fascie della popolazione (specie al Sud) di strumenti digitali connessi con il web  (ad esempio pc per fare i compiti a casa) e d immaginiamo le conseguenze.

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In secondo luogo, è fondamentale disporre di meccanismi di sorveglianza, di segnalazione e di intervento, in particolare quando si tratta di violenza domestica e di abusi sui minori. Le persone a rischio di abuso possono avere limitate opportunità di denunciare o chiedere aiuto quando le esigenze di accoglienza sul posto richiedono una convivenza prolungata in casa e limitano gli spostamenti al di fuori della casa … ” In italia oggi  si segnala come le richieste di aiuto per  violenze domestiche sulle donne siano aumentate in questi giorni del 74!! 

“In terzo luogo, è giunto il momento di rafforzare il nostro sistema di salute mentale in preparazione alle inevitabili sfide precipitate dalla pandemia COVID-19. L’assistenza a tappe, la pratica di fornire il trattamento più efficace e meno dispendioso in termini di risorse ai pazienti che ne hanno bisogno, per poi passare a un trattamento più dispendioso in termini di risorse in base alle esigenze dei pazienti, è un approccio utile.  Ciò richiederà che i sistemi siano al tempo stesso ben progettati e ben preparati a fornire questa assistenza ai pazienti, dallo screening,  all’ eccesso di malattie mentali che inevitabilmente emergeranno da questa pandemia. Per aumentare le cure nel bel mezzo della crisi ci vorrà un pensiero creativo. Le comunità e le organizzazioni potrebbero prendere in considerazione la formazione di gruppi non tradizionali per fornire un primo soccorso psicologico, aiutando a insegnare al pubblico a controllarsi l’un l’altro e a fornire sostegno. Anche piccoli segnali che indicano che qualcuno si prende cura di qualcuno potrebbero fare la differenza nelle prime fasi dell’isolamento sociale...” Soprattutto questa nota è importante poichè anche un piccolo segno di non esser soli, può far transitare una persona in difficoltà da una logica pessimistica ad una visione più positiva ove vi è possibilità di prendersi cura di se stessi.

Tutto ciò riguarda i disagi mentali, i disturbi comportamentali che vedono coinvolti il singolo e i  familiari. L’aumento di disagio mentale come di violenza intrafamiliare è purtroppo spiegabile visto l’aumento degli stressor, economici, psicologici ma anche ambientali.  Si sviluppa molta aggressività. Persone fragili si possono trovare senza lavoro, in estreme ristrettezze economiche dopo aver passato magari a fare lunghe code (distanziate!)  in un ufficio sociale per richiedere un sussidio.  Vedremo in un successivo post come invece emergono anche disturbi collettivi, ove l’angoscia di esser in una situazione difficile comporta meccanismi di proiezione su persone, singoli o gruppi su cui scaricare la propria rabbia. E’ la caccia all’untore ovvero su un responsabile esterno. Questi diventa un oggetto da distruggere con l’illusione che poi tutto si riappacificherà. Il prezzo è non risolvere i problemi (la epidemia di peste rimane) a costi altissimi.  L’inizio del prossimo post parlerà di questo e partirà riassumendo la ricostruzione storica del Manzoni sui due poveri malcapitati innocenti che a Milano  vennero torturati,  squartati  e bruciati tra il tripudio della gente: “La colonna infame“.

colonna infame

Photo by engin akyurt on Unsplash

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Photo by Kat J on Unsplash

 

 

 

 

 

 

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