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LONGEVITA’ : le 9 cose in comune ai CENTENARI

riassumiamo un articolo del Corriere della Sera di Elena Tebano

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La genetica incide per circa il 25% sulla durata della vita. Il resto è come si vive: anche se le popolazioni più longeve della terra stanno agli antipodi nei continenti, hanno alcune abitudini simili (a volte inaspettate) e gli scienziati le stanno studiando.
Le zone dove c’è un alto tasso di centenari o ultracentenari, chiamate dagli esperti «zone blu», sono cinque e una di esse è in Italia: la provincia di Nuoro, in Sardegna (in particolare la Barbagia di Seulo, dove si trova la più alta concentrazione di centenari al mondo), l’isola di Okinawa in Giappone e quella di Ikaria in Grecia, la penisola di Nicoyan in Costa Rica, la città di Loma Linda in California (dove vive una comunità di fedeli della Chiesa avventista del settimo giorno). Buettner, come racconta sul suo sito Bluezones.com, ha analizzato con un gruppo di medici, antropologi, demografi ed epidemiologi le popolazioni locali e ha trovato che hanno 9 cose in comune:

1. Si muovono in modo naturale. «Non si allenano, non corrono maratone e non si iscrivono in palestra. Vivono invece in ambienti che li spingono costantemente a muoversi senza pensarci. Coltivano orti e non hanno comodità meccaniche per i lavori in casa e in giardino»e vivono in ambienti poco inquinati.

2. Danno un senso alla loro vita. Gli okinawani lo chiamano “Ikigai” e gli abitanti di Nicoyan “plan de vida”; per entrambi si traduce in “perché mi sveglio la mattina”. Conoscere il senso della propria esistenza vale fino a sette anni in più di aspettativa di vita»

3. Sanno ridurre la velocità. Anche le persone che si trovano nelle zone blu soffrono di stress. Lo stress porta all’infiammazione cronica, associata a tutte le principali malattie legate all’età. Ciò che le persone più longeve del mondo hanno rispetto a noi sono le routine per eliminare lo stress Vi è inoltre un approccio rilassato al lavoro.

4. Mangiano con moderazione. Buettner la chiama la regola dell’80%: smettere di mangiare quando lo stomaco è pieno all’80%. «Lo scarto del 20% tra l’assenza di fame e la sensazione di sazietà può fare la differenza tra perdere peso o aumentarlo. Le persone che si trovano nelle zone blu consumano il pasto più piccolo nel tardo pomeriggio o nella prima serata e poi non mangiano più per il resto della giornata».

5. Consumano molti legumi. Tutte le popolazioni delle zone blue hanno una dieta semivegetariana particolarmente ricca di legumi. «Il 95% delle calorie proviene da vegetali e solo il 5% da prodotti animali .. i fagioli, compresi le fave, la soia e le lenticchie, sono la pietra miliare della maggior parte delle diete dei centenari. La carne, soprattutto quella di maiale, viene consumata in media solo cinque volte al mese». Le diete delle zone blu sono anche ricche di noci, mandorle….

6. Bevono (moderatamente) vino ed evitano il tabacco. Gli abitanti di tutte le zone blu (tranne gli avventisti) bevono alcolici con moderazione e regolarità. Il Cannonau per i Sardi è ricco di antiossidanti. Per questo aspetto, la maggior parte dei medici (ma non tutti!!) sconsiglia di bere alcol in qualunque dose !

7. Coltivano il senso di appartenenza. La quasi totalità dei centenari studiati da Buettner ha un qualche tipo di FEDE. «La confessione non sembra avere importanza. Le ricerche dimostrano che frequentare i servizi religiosi quattro volte al mese aggiunge 4-14 anni di aspettativa di vita»

8. Hanno relazioni affettive significative. «I centenari nelle zone blu mettono la famiglia al primo posto. Ciò significa mantenere i genitori e i nonni anziani nelle vicinanze o in casa. Si impegnano con un partner (cosa che può aggiungere fino a 3 anni di aspettativa di vita) e investono nei loro figli con tempo e amore» .

9. Vivono in comunità che favoriscono comportamenti sani. «Le persone più longeve al mondo hanno scelto, o sono nate, in circoli sociali che sostengono comportamenti sani; gli abitanti di Okinawa creano “moais”, gruppi di cinque amici che si impegnano l’uno con l’altro per tutta la vita» scrive.

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Foto di Rafael Leão su Unsplash

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